domenica 13 settembre 2009

LA MOSTRA HA PAURA un video di Margine Operativo

http://www.youtube.com/watch?v=rcLxN57pNcI&feature=channel_page

«MARGINE OPERATIVO» DOPO VENEZIA TUTTI A ROMA

15 TERRITORI
08.09.2009

* APERTURA | di Orsola Casagrande - VENEZIA
altra italia - «MARGINE OPERATIVO» DOPO VENEZIA TUTTI A ROMA
Occhio GLOBALE
Diverse telecamere si aggirano in questi giorni per Global Beach.
Sono quelle dei registi di Margine Operativo. Sbarcati al Lido,
fissano le giornate della kermesse alternativa per poi restituirle
quando le tende verranno smontate. Manganellate comprese.
Le telecamere che si aggirano per Global Beach sono quelle dei
registi di Margine Operativo. Sbarcati al Lido da Roma, Alessandra e
Paco, fissano le giornate di Global Beach per poi restituirle quando
le tende verranno smontate. Interviste ai protagonisti, ai
partecipanti, le immagini delle iniziative. E l'altro giorno pure le
immagini delle cariche della polizia e dell'intervento davanti alla
passerella. «Siamo qui a Global Beach - dice Alessandra - prima di
tutto come lavoratori precari dello spettacolo. La strada è sempre
stata in salita. In Italia c'è una non cultura rispetto alle
produzioni artistiche specie nel contemporaneo. Già è normalmente
difficile intercettare degli spazi e recuperare fondi oggi la
situazione è ancora peggiore. A Roma stiamo poi vivendo una
situazione di cambio anche di governo. Perché tutto sommato prima
c'era una situazione di confronto, anche se molto acceso ma di
confronto. Oggi le cose sono diverse».
Pur tra mille difficoltà Margine Operativo è riuscito a mettere in
campo anche quest'anno il festival «Attraversamenti multipli». È
l'iniziativa, dicono orgogliosi gli organizzatori, che più
rappresenta anche Margine Operativo e il suo lavoro in tutti questi
anni. Perché è un festival che mescola e riassume il lavoro del
collettivo. Dal teatro al cinema, dalla musica alla street art.
Attraversamenti Multipli si interroga sui linguaggi artistici
contemporanei inserendo eventi artistici in spazi urbani. È un
progetto artistico che si è sviluppato dal 2001 (anno della prima
edizione), nella metropoli di Roma, scegliendo come luoghi del suo
accadere le zone di passaggio - stazioni dei treni e della
metropolitana - e spazi urbani particolari assunti come luoghi
simbolo della complessità della nostra epoca e delle stratificazioni
che ogni città contiene.
Ogni evento si propone come un organismo sfaccettato formato dalla
connessione di diversi codici artistici che interfacciano con gli
spazi in cui si collocano. Ogni edizione ha ospitato performance di
artisti molto diversi tra di loro, sempre nel segno del
contemporaneo e della pluralità dei linguaggi, con una grande
attenzione alla scena indipendente. Il viaggio attraverso gli
orizzonti mobili delle arti e delle loro interferenze con la città
continua in questa nona edizione seguendo le traiettorie in atto
nella metropoli e nella metropoli diffusa e policentrica. Questa
nona edizione è sostenuta dalla Provincia di Roma (Assessorato alle
Politiche Culturali) e dalla Regione Lazio (Assessorato alla
Cultura, Spettacolo e Sport). I numeri di Attraversamenti Multipli
parlano chiaro: cinque giorni di eventi artistici a settembre (12,
15, 17, 21, 23), tre workshop a ottobre, una giornata di dibattito e
un evento a ottobre (10). Attraversamenti Multipli 2009 si snoda
lungo una traiettoria di viaggio che dal mare arriva nella
metropoli. Inizia il suo percorso a settembre fuori da Roma nel
territorio della provincia romana, nel Comune di Pomezia, con un
evento sulla spiaggia, per poi spostarsi sempre lungo il mare in un
luogo di viaggio della metropoli diffusa, la stazione dei treni di
Ladispoli, per poi approdare nella stazione Cristoforo Colombo,
avamposto ferroviario sul mare della Capitale. Nella quarta giornata
arriva nel cuore di Roma, nella stazione della metropolitana di
Piramide, snodo di viaggio che collega il mare alla metropoli, e poi
si sposta verso Il confine sud-est della città: la stazione della
metropolitana di Anagnina. Il viaggio continua a ottobre con 3
workshop dedicati ai cambiamenti che si sono creati nell'universo
della musica e del video con le tecnologie digitali.
L'ultima tappa è un giornata di incontro/dibattito + evento che si
inserisce in uno spazio che racconta con la sua trasformazione le
mutazioni urbane: da deposito/garage a laboratorio di
sperimentazione nel quartiere di San Lorenzo. Gli artisti coinvolti
in questa nona edizione presentano delle azioni performative
originali create per questo festival e per le aree in cui si
inseriscono. «La caratteristica di Margine Operativo - dice Paco - è
che per noi attivismo e produzione artistica sono inscindibili. E
non è un caso che l'ultimo appuntamento del festival quest'anno sia
a Esc, che è uno dei luoghi più importanti dell'attivismo romano». I
tre assi su cui si muove Margine Operativo sono il teatro, il video
e la creazione di eventi. E a proposito di video, l'ultima
produzione del collettivo romano è La degna rabbia, realizzato in
collaborazione con YaBasta!. Il film segue e racconta i dieci giorni
di festival itinerante (Primer Festival Mundial de la Digna Rabia)
proposto in giro per il Messico da uomini, donne, giovani dell'Ezln,
esercito zapatista di liberazione nazionale. Margine Operativo ha in
giro anche due spettacoli, entrambi ideati da Alessandra Ferraro e
Pako Graziani.
Il primo è Guerriglia Live Show (da uno scambio di mail in rete nel
periodo della seconda sommossa delle banlieu in Francia tra alcuni
ultras italiani e alcuni casseur francesi) L'altro spettacolo è Roma
- città per corpi randagi, un progetto multidisciplinare che nasce
come ulteriore tappa del percorso artistico che dal 2007 ha visto
collaborare insieme alcuni componenti del gruppo musicale Torpedo,
della formazione musicale hip-hop JunglaBeat con la compagnia di
teatro Margine Operativo e il gruppo video Riot Generation Video.

Articoli da il manifesto




venerdì 4 settembre 2009

PROGRAMMA

Quest’anno ritorna Global Beach, alla sua quarta edizione.

Global Beach è una spiaggia di proprietà del Demanio Militare, abbandonata al degrado da quindici anni, che dal 2004 viene temporaneamente occupata nel periodo della Mostra.

# Martedì 1 settembre 2009

Ore 18:00 - INAUGURAZIONE- aperitivo on the Beach - DJ set by DISASTER SILVA - Rock’n’Roll, Surf, Soul.
Ore 21:00 - ASSEMBLEA METROPOLITANA DEI PRECARI DELLA CULTURA E DELLO SPETTACOLO.
Un assemblea per iniziare un percorso di coordinamento tra diverse realtà del precariato della cultura, dello spettacolo e della formazione, per fare il punto della situazione, per incontrare percorsi di innovazione culturale, per pensare strategie comuni di organizzazione, per decidere di mobilitazioni immediate e future.
L'assemblea è aperta a tutti. partecipano: Global Beach, Precari della Biennale di Venezia, Precari di MTV, MOVEM, Onda Anomala, S.a.L.E.

# Mercoledì 2 settembre 2009

Ore 16:00 - STREET PARADE - TAGLIAMO LA STRADA AI TAGLI SULLA CULTURA.
Il precariato si riprende la Mostra del Cinema. contro questo governo che dismette cultura e formazione. Un'iniziativa per protestare contro i tagli del governo in merito a formazione e cultura, per dare consistenza ad un precariato che si vorrebbe frammentato e indifeso, per iniziare un percorso che non sia di mera difesa dell'esistente, ma volontà di trasformazione radicale della "fabbrica della cultura".

Ore 22:00 - Installazione architettonico-video-musicale + dj set del collettivo exyzt.
"Dal riciclaggio alla riqualificazione urbana, il progetto Rebiennale assume forme diverse. Dal 2008, il lavoro che ci impegna con i veneziani investe gli spazi e i materiali 'di scarto' con lo scopo di restituirli alla città e ai suoi abitanti.
La presenza del turismo, in particolare durante gli eventi culturali o mostre internazionali potenzialmente rigenera i luoghi, spostare persone e materiali per dare vita ad uno spazio di vita possibile, per svelarne le potenzialità e contribuire ad una storia... quella di Globalbeach è uno dei capitoli del progetto, noi ci saremo per occuparla e abitarla, per costruirla e raccontarla. La Mostra del Cinema segna la fine dell'estate e intendiamo partecipare approfittando degli ultimi raggi di sole sulle dune della spiaggia!"

www.exyzt.org


# Giovedì 3 settembre 2009

Ore 19:00 - performance live di Circopaniko.
La leggenda del pianista nel furgone
di Stefano Cortese
Spettacolo musicale ed interattivo. Un furgone che custodisce un pianoforte viaggia per l'Italia e a sorpresa si apre per lasciare che qualcuno suoni…
http://www.ilpianistanelfurgone.it/

http://www.flowproject.it/circo/

Ore 21:00 - FORMAZIONE E FABBRICA DELLA CULTURA NELLA CRISI.
Dibattito a cura dell'Onda Anomala di Venezia. Intervengono: Pierluigi Sacco (economista e docente IUAV - Arti Visive); Monique Veaute (Direttrice di Palazzo Grassi); Judith Revel (Filosofa, Université de Paris I); Andrea Fumagalli (economista, Università di Pavia).
La "fabbrica della cultura" è un sistema complesso in cui elementi eterogenei contribuiscono ad un processo di "branding" metropolitano che attira investimenti e produce ricchezza. Il "lavoro vivo" di questo ecosistema è soggetto a processi di precarizzazione, ma, allo stesso tempo, è l'attore di lotte e di nuovi protagonismi sociali. L'Onda Anomala propone una serata di discussione prendendo come punto di partenza la realtà veneziana e tentando di affrontare il tema del ruolo dell'università nella fabbrica della cultura.


Ore 23:30 - proiezione di Ermanno X, saranno presenti gli autori.
Mediometraggio a cura del collettivo Quinto Quadrante. Attraverso la storia di un co.co.pro impiegato nella cronaca nera milanese, si indaga la spettacolarizzazione delle notizie nefaste. www.ermannox.it.

# Venerdì 4 settembre 2009

Ore 18:00 - aperitivo musicale con DJ Frikéz.
Musicista noise, cura un dj set poliedrico che incrocia rock, clash e sperimentale.

Ore 20:00 -
presentazione di VIDEOCRACY, di Erik Gandini.
Erik Gandini, regista, vive in Svezia ma è nato e cresciuto in Italia.Con Videocracy, torna nel suo Paese d’origine, per raccontare dall’interno le conseguenze di un esperimento televisivo che gli italiani subiscono da 30 anni. Fandango 2009 - presente alla 66 mostra internazionale del cinema nelle sezioni autonome: Settimana Internazionale della Critica (SCI) e Giornate degli Autori
trailer

Ore 22:00 - concerto jazz con il DAVIDBOATO 5TET -
David Boato tromba e flicorno; Alberto Vianello sax; DarioVolpi chitarra; Roberto Caon contrabbasso; Marco Carlesso batteria www.myspace.com/davidboato

a seguire festa con DJ FRIKEZ

# Sabato 5 settembre 2009

AUTOPRODUZIONE E INDIPENDENZA

Ore 19:00 presentazione a cura di URBAN CODE (associazione di writers e street artists locali) e di S.a.L.E. del testo HEADLINES - in evidenza dal basso un’analisi sperimentale che indaga le contraddizioni della città contemporanea attraverso le pratiche del writing.

“ci proponiamo di attaccare le superfici urbane per riqualificare ed interrompere l’orizzonte dei segni imposti; un titolo di testa (head line) che analizza i primi passi di uno spontaneo attivismo che inizia a muoversi verso un cosciente attacco alle superfici metropolitane."

a seguire proiezione di BOMB IT! Il documentario esplosivo di Jon Reiss che investiga la più controversa e sovversiva forma di comunicazione: i graffiti.
www.bombit-themovie.com
www.urban-code.it
trailer

Dalle ore 22:00 Installazione audio/visiva Erranze e paesaggi senza soggetto by Videotrope (www.videotrpe.tv) e Marco Cecotto

Ore 21:30 PUNTO DI DOMANDA è la nuova creazione di Circo Paniko.
Circa un’ora di spettacolo a un ritmo serrato in cui non si lascia il tempo al pubblico per prendere fiato o pensare a ciò che sta accadendo: chi entra sotto il tendone è accolto e fatto accomodare da personaggi assurdi e non per questo meno reali nella loro stranezza, e fino a che le porte non vengono riaperte gli spettatori sono bombardati dall’energia travolgente degli attori e dalle loro psicosi che sfociano in insoliti numeri circensi e musiche originali suonate dal vivo.
http://www.flowproject.it/circo/

Ore 23:00 Indie Trotutta http://www.indietrotutta2009.blogspot.com/
Un viaggio e una ricerca dentro la musica che si snoda attraverso le reti informali di persone, luoghi, sensibilità che pulsano lungo centinaia di chilometri e centinaia di mail. Dischi autoprodotti,copertine tagliate e piegate a mano, concerti, co-produzioni, scambi e mailorder, laboratori hip hop, festival, fanzine e sale prove autogestite. Esperienze diverse, innovative, alla ricerca di nuovi nodi lungo i quali svilupparsi e grazie ai quali cambiare.

Live:

Nurse! Nurse! Nurse! (www.myspace.com/radiomox)

Fuzz Off(http://www.myspace.com/fuzzoffsottosuono)

Bom Chilom(http://www.myspace.com/bomchilom)

# Domenica 6 settembre 2009

Ore 18:30 PUNTO DI DOMANDA è la nuova creazione di Circo Paniko.
Circa un’ora di spettacolo a un ritmo serrato in cui non si lascia il tempo al pubblico per prendere fiato o pensare a ciò che sta accadendo: chi entra sotto il tendone è accolto e fatto accomodare da personaggi assurdi e non per questo meno reali nella loro stranezza, e fino a che le porte non vengono riaperte gli spettatori sono bombardati dall’energia travolgente degli attori e dalle loro psicosi che sfociano in insoliti numeri circensi e musiche originali suonate dal vivo.
http://www.flowproject.it/circo/

Dalle ore 22:00 Installazione audio/visiva Erranze e paesaggi senza soggetto by Videotrope (www.videotrpe.tv) e Marco Cecotto

Ore 22:00 - SIKITIKIS in concerto, una delle band più presenti sui palchi dell’Indie italiano
video

# Lunedì 7 settembre 2009

Ore 18.00-We call it Skweee, saranno presenti gli autori Iacopo Patierno e David Giese.
A film about music, people and Scandinavia.
La storia di un curioso e contagioso fenomeno musicale scandinavo.

Good Morning Aman di Claudio Noce con Valerio Mastrandrea, Said sabrie, Anita Caprioli
Lo strano rapporto d’amicizia tra Aman, un giovane somalo cresciuto a Roma, carico d’energia, rabbia e dolore, incastrato dentro i propri incubi, e Teddy, un ex pugile di quarant’anni intrappolato nel suo passato da espiare. Il sogno di un’evasione che faccia tabula rasa col passato e rimescoli le proprie carte.

Ore 19.30 - Aperitivo- con Claudio Noce, Valerio Mastrandrea e Anita Caprioli

Ore 21.30 - Presentazione del film: Good Morning Aman

Ore 23:00 - DJ set Pisti - from Motel Connection

# Martedì 8 settembre 2009

Ore 18:00 - Aperitivo musicale con DJ

Ore 21:00 - DIBATTITO: “VIVERE, LAVORARE E LOTTARE NELLA CRISI GLOBALE” Global Beach ne discute con:

ANTONIO NEGRI E MICHAEL HARDT (autori di Impero, Moltitudine e Commonwealth); coordina la discussione SANDRO MEZZADRA (Uni.Nomade)
Negri e Hardt hanno appena dato alle stampe "Commonwealth", il terzo capitolo dopo "Impero" e "Moltitudine".
La produzione del comune legata all'attività umana: idee, affetti, immagini, comunicazione e conoscenza, è sempre più centrale nella produzione capitalistica. Pur sullo sfondo della crisi economica ci troviamo di fronte alla necessità di organizzare questo comune in modo da poterlo liberare. Solo così, di conseguenza, esso esprimerà il suo pieno potenziale.

Ore 23:00 teatro: ANAGRAMMA VIA ARTOM di Gianni Stoppelli e Alessandro Flora.
"E’ la storia di un grande quartiere della periferia di Torino tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta. È la storia di ragazzi, figli di immigrati operai. Ragazzi tra i tredici e i diciassette anni, che giocavano sulla strada. E’ una storia di immigrazione, di emarginazione e di violenza. Ed è anche la mia storia. Un uomo è morto, una donna rimasta vedova e un bambino di dodici anni, orfano. Altri ragazzi, di cui non si è saputo nulla, non sono arrivati a vent’anni o, sopravvissuti a quella fase, vagano nelle patrie galere, devastati dalla droga, dalla malattia, dall’isolamento sociale. Il 28 dicembre 2003 è stato abbattuto uno degli otto palazzi del complesso delle case di via Artom. Un altro agli inizi di questo 2005. Ho voluto dare il mio contributo. Ho voluto narrare attraverso il teatro. Perché abbattuti i palazzi rimanga e sia resa memoria ai caduti, tutti."

# Mercoledì 9 settembre 2009

Ore 18.00 - Aperitivo musicale

Ore 20.00 - Reading e Immagini dal romanzo "Cosa Cambia" di Roberto Ferrucci
Venezia, 18 luglio 2001, poco dopo l'alba. Uno scrittore munito di penna, taccuino e videocamera parte per Genova. Racconterà i giorni del G8 per i quotidiani locali del Gruppo Espresso, libero di scrivere quel che gli pare, scegliere temi, sguardi, argomenti. Lo scrittore ritornerà a casa pieno di appunti e di immagini, l'animo lacerato, la pelle e i polmoni avvelenati dai gas vietati in guerra ma sparati a migliaia in quei due giorni. Proverà a mettercisi subito, a scrivere il suo romanzo di Genova, necessità intima, irrinunciabile. Ma gli ci vorranno sei anni, per finire Cosa cambia, pubblicato nel luglio 2007 da Marsilio. Ora, in questo video, le parole di quel romanzo stanno
insieme agli appunti visivi che hanno aiutato lo scrittore a scriverlo. Scrittura e immagini insieme, per cercare un altro approccio, un altro percorso lungo le strade di Genova del luglio 2001.
sito

Ore 21:00 - Spettacolo teatrale SALUD di e con BEPPE CASALES.
In Spagna, nel '36, non c'è stata solo una guerra civile. C'è stata anche una vera e propria rivoluzione. L'ingegnere Beppe Fanelli che dall'Italia porta in Spagna il vento dell'anarchia alla fine del secolo scorso. Buenaventura Durruti, il più famoso rivoluzionario spagnolo, che combatte braccio a braccio con un possibile nipote del romagnolo Fanelli. E tutto quello che sta in mezzo. Nomi, come Franco, Hitler e Stalin. Ma anche luoghi, come la Cesena fascista, la Barcellona rovesciata dagli anarchici, e infine Madrid in fiamme. Un viaggio non da poco. Perché la Spagna è grande. Quanto il sogno che ti portiamo a fare.

Ore 23.00 - Proiezione del documentario "Merica" di Federico Ferrone, Michele Manzolini e Francesco Ragazzi. Sarà presente uno dei registi.
25 milioni di discendenti di immigrati italiani vivono oggi in Brasile. Sono figli e nipoti di chi, a partire da fine ‘800, abbandonò un’Italia contadina e povera per un continente che prometteva ricchezza. In appena un secolo la situazione si è rovesciata e oggi molti brasiliani emigrano verso l’Italia. Ma alloro arrivo, soprattutto nel Veneto leghista, sono considerati “extracomunitari”. Hanno sognato da sempre l’Italia e forse si sbagliavano. Merica è un viaggio a ritroso nella memoria della nostra immigrazione, dalle sofferenze dei secoli scorsi fino ad arrivare alle lotte degli immigrati di oggi in Italia.
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# Giovedì 10 settembre 2009

Ore 18:00 - Aperitivo musicale con DJ

Ore 21:00 - SERENA NONO presenta VIA DELLA CROCE.
Racconto della Passione di Cristo come incarnazione delle storie di sofferenza ed emarginazione degli ospiti della casa dell’ospitalità di Sant’Alvise di Venezia. Un film spontaneo, senza sceneggiatura, prove o ripetizioni di riprese. Un frutto di vera collaborazione, che ha permesso di approfondire amicizia e fiducia condividendo una ricerca creativa e l’amore per la città.

http://www.viadellacroce.org/

Ore 23:00 - Concerto->IO SONO UN CANE e questa è la sua presentazione :
*piccola biografia illustrated: dal canile ad oggi*
il figlio del cane è nato nel 1983
il figlio del cane è nato in Sardegna
il figlio del cane è stato adottato da Bologna
il figlio del cane è un musicista lavoratore ed ex-studente di cinema
il figlio del cane è stato per molti anni componente di un gruppo
il figlio del cane è /FOLKbeatNUMERO2
concerto: MUSICA PER BAMBINI I loro concerti sono caratterizzati da originali performance teatrali, che contestualizzano i brani cantati su una base preregistrata o accompagnati da una semplice chitarra acustica. Come una sorta di cover band di loro stessi, nei live si fanno aiutare da vari collaboratori: cantanti, attori, mimi e giocolieri in una formazione unica che rende ogni spettacolo completamente diverso da quelli precedenti.
sito

# Venerdì 11 settembre 2009

Ore 17:00 - DIBATTITO: IL SOGNO DI UNA SPIAGGIA – UNA SPIAGGIA DA SOGNO. Global Beach discute di ambiente, laguna, clima, sostenibilità e turismo con Debora Bellafiore, ricercatrice ambientale precaria; Assemblea permanente No Mose e amministratori locali.

Ore 21:30 - spettacolo teatrale PIANTANDO CHIODI SUL PAVIMENTO CON LA FRONTE di Pierpaolo Comini e Stefano Skalkotos
“un caleidoscopio agrodolce pre Ground Zero che da allo spettatore un onesto ritratto degli americani di oggi e un inquietante monito di come anche noi potremmo diventare, o forse, di come già un po’ siamo..” Pierpaolo Comini
video

Ore 23.00 - Dj set by PESS

# Sabato 12 settembre 2009

Ore 18:00 - aperitivo musicale con DJ

Ore 21:00 - FESTA DI CHIUSURA con STRA DJ

INTERVISTA A JUDITH REVEL

INTERVISTA | di Orsola Casagrande - VENEZIA
Cultura PRECARIA
Si intitola «Formazione e fabbrica della cultura nella crisi» il dibattito, organizzato dall'Onda veneziana, in programma domani al Global beach. All'incontro partecipa, tra gli altri, Judith Revel, filosofa e docente all'Universitè Paris I. Con lei abbiamo anticipato alcuni temi del dibattito
Si intitola «Formazione e fabbrica della cultura nella crisi» il dibattito in programma domani. Organizzato dall'Onda anomala di Venezia, all'incontro partecipano Pierluigi Sacco, economista e docente Iuav, Monique Veaute, direttrice di Palazzo Grassi, Andrea Fumagalli, economista e Judith Revel, filosofa e docente all'Universitè Paris I. E proprio con Revel abbiamo anticipato i temi del dibattito.

Oggi la fabbrica della cultura non è così diversa dalla fabbrica tradizionale: uso massiccio del precariato, delle esternalizzazioni, della flessibilità.
Credo che la parola cultura così come la parola produzione, siano termini da ridefinire. Così come si è pensato il mondo della produzione materiale come un mondo ignorante e grezzo, si è considerato la cultura come un fatto quasi aristocratico, che implicava fenomeni di rarefazione sociale. Oggi il fatto che la produzione si sia spostata sempre più in modo egemone su elementi immateriali anche dentro la produzione materiale fa sì che l'elemento del sapere, la circolazione dei saperi sia determinante per la produzione. Venezia è sì fabbrica di cultura perché ha musei, gallerie, fondazioni. Questo è vero. Ma qui c'è anche un'università importante che è un bacino di saperi e qualificazioni. La cosa nuova è che si è stabilito un rapporto tra le istituzioni culturali il cui circuito si è fissato nel secondo dopoguerra, e il mondo universitario, che era abbastanza distaccato da quella realtà.

Per quale ragione?
Anche per motivi banali: perché la città era troppo costosa per gli studenti, che si limitavano ad attraversarla ma rimanevano estranei a ciò che essa poteva offrire. Oggi, i precari della cultura sono gli stessi che studiano allo Iuav, e viceversa, gli studenti sono allo stesso tempo gli utenti dei luoghi della cultura, un pubblico potenzialmente prezioso per le istituzioni culturali della città, e un serbatoio di mano d'opera qualificata. I due mondi s'incontrano, e va aggiunto a questo punto un terzo mondo, che è quello dell'economia, dei processi di valorizzazione.

Cos'è oggi il valore?
Ho visto in questi giorni la metà della Biennale, nei padiglioni nazionali dei Giardini, era tanto che non percepivo - forse dalla Biennale di architettura curata da Fuksas dieci anni fa - una linea politica cosi netta. Una sorta di filo che si aggroviglia attorno all'implosione dello stereotipo del benessere materiale: gli appartamenti pieni di beni ammassati, la superficie liscia del design, l'apparire... Esemplari, se vuoi, mi sembrano il padiglione danese e quello finlandese, in parte anche quello francese. Come se ci fosse i gioco la consapevolezza che la mercificazione è ormai arrivata a un punto che essa stessa non può più sostenere - perché in realtà la vera ricchezza è altrove. Stiamo attenti, con questo non voglio dire - e il pericolo di fraintendimento è grande, lo so - che si tratta di tornare a essere poveri per essere felici, o che il rifiuto del consumo basti ad assicurarci una pseudo-purezza etica e politica: mi stupisce sempre che gli addetti della decrescita non abbiano mai pensato quanto può essere osceno quel tipo di discorso - viviamo senza niente per vivere felici - quando realmente i tre quarti del pianeta sta in miseria. Vallo a dire tu a uno che ha fame che deve consumare meno... Insomma, l'ultimo lusso può essere anche questa deprivazione volontaria, un po' come le diete, con l'inevitabile discorso moralistico che accompagna in generale i «colpi di scena» del mondo degli abbienti...

Ma alla Biennale il tono mi sembra felicemente diverso.
Sì, alcuni padiglioni sembrano semplicemente puntare la contraddizione nella quale si trovano: ma come, ci chiedete opere d'arte come se fossero oggetti di design da accumulare, e che finiranno - alla meglio - in musei o fondazioni, o un qualche caveau di banca, proprio nel momento in cui non è tanto un oggetto a contenere o ad incarnare valore bensì quel groviglio di idee, circuiti, cooperazioni, modi di agire e d'immaginare, che invece, il valore, lo producono! Se vuoi, è come se la Biennale si fosse incaricata di aggiungere un capitolo al saggio benjaminiano sull'opera d'arte all'epoca della sua riproducibilità. Oggi, non è la produzione seriale il problema. Piuttosto: cos'è l'opera d'arte quando è la produzione sociale che innerva i processi di valorizzazione? E allora, come lo fa scherzosamente il padiglione danese, si può pure appendere sul padiglione stesso un pannello «affittasi» con tanto di numero di telefono di un finto real estate: il mondo è cambiato.

Quanto la formazione è cambiata o dovrebbe cambiare?
È, credo, assai ovvio che buona parte della formazione universitaria sia fatta per mantenere gli studenti in uno statuto di cecità - per esempio martellando loro che la centralità del lavoro «vecchio stampo» - quello fordista, per intenderci - esiste ancora; ma che, paradossalmente, devono accettare elementi nuovi - una disoccupazione ormai massiccia, e, quando il lavoro c'è, una flessibilizzazione e una precarizzazione assolute. Quell'apprendimento precoce del silenzio e della docilità, in cui ci si piega davanti a condizioni di lavoro che massacrano tutta la vita, mi sembra avvenga già all'università. Ti si chiede di laurearti in un settore in cui c'è impiego. Ma contemporaneamente, ti si chiede anche di essere polivalente, e pronto a fare un lavoro per il quale non sei formato. Si vuole dagli studenti qualificazione, ma l'università paradossalmente impone loro una dequalificazione massiccia, e l'accettazione della messa in gioco di tutta la sfera della vita - del tempo libero, degli affetti, della sessualità, della sanità, dell'alimentazione e via dicendo.

Insomma, cultura uguale merce.
Tutto questo passa attraverso la struttura universitaria, i meccanismi di reclutamento e/o di cooptazione, i programmi, l'organizzazione materiale dei luoghi del sapere: tutto è fatto per nascondere a chi produce sapere - la comunità degli studenti, dei ricercatori, dei lavoratori amministrativi e tecnici tutti insieme - quanto vale questo sapere, quanto fa gola al capitale. Li si abitua a pensare che il sapere è come una lattina di coca-cola: basta pagare e ingoiare, anche se fa male! E invece, il sapere, sono loro. Il valore, lo producono loro. Ne sono espropriati. E allora, cosi come anni fa, si diceva che la fabbrica doveva essere degli operai, oggi l'Onda cerca di riappropriarsi di istituzioni che sono sue. A Venezia e altrove, oggi, parlare di università e parlare di fabbrica è la stessa cosa. Forse bisognerebbe allargare ancora la cerchia: università, certo, ma anche pezzi interi di precariato più o meno organizzato, migranti - penso alle badanti, di cui si parla molto in questi giorni - artisti, informatici, designers, insegnanti, casalinghe e casalinghi...

Cosa hanno in comune?
Semplicemente questo: fanno tutti parte di una produzione ormai diventata sociale e immateriale. Creano valore direttamente; o ne sono la condizione di possibilità. Se si fermano, si ferma il paese. Hai mai pensato cosa succederebbe se scioperassero le/i badanti in tutto il paese? Il capitale ha tentato di costruire un modello per gestire e sfruttare la produzione sociale. Si chiama finanziarizzazione - e sappiamo come è andata. La soluzione non è in un ritorno al capitalismo di mamma e papà, quello solido, virtuoso, materiale - quello della linea di montaggio e dei tre 8. La soluzione è di riprenderci tutto quel valore. Come recitava uno slogan dell'Onda quest'inverno - ricordato all'ingresso di Global Beach 2009: Give me back my money!

Il movimento studentesco dell'Onda è stato dirompente. Che pensi succederà ora?
Non so qui in Italia. Però mi sembra che la risposta repressiva che esiste, e che cresce sempre di più, sia molto più pesante di quello che immaginiamo. Siamo accecati dalla sceneggiata napoletana di Berlusca and friends, ne ridiamo. A volte, ho l'impressione che dietro a tutto questo, ci sia da temere il peggio. Dietro alle tette e ai culi, c'è un altro tipo di oscenità, molto più pesante. Recentemente ho rivisto a Parigi il Salò di Pasolini. Fa un certo effetto, dopo, guardarsi intorno. Però mi sembra anche che gli spazi siano tanti, e che i movimenti continuino a strapparli, a investirli, a torcerli, a mangiarseli. Non solo: c'è tutto un sapere delle lotte che si accumula, una sedimentazione delle esperienze, un divenire-politico sempre più diffuso, anche in mondi finora piuttosto estranei alle realtà italiane «di movimento». Solo a Venezia, negli ultimi 24 mesi: Rebiennale, che ha coinvolto la gente dei quartieri, i compagni, gli studenti di architettura e dello Iuav, i padiglioni «ufficiali» della Biennale, ma anche collettivi di architetti venuti da tantissimi paesi, sociologi, urbanisti, filosofi; oppure il reinvestimento del Morion, la funzione strategica di Sale-Docks. In ciascuna di queste realtà, l'università è un elemento centrale. L'Onda ha attraversato in modo potente moltissimi fronti di lotta. Forse è là che sorge il problema che dovremo d'ora in poi risolvere, e che per me rimane pesantemente aperto: il pericolo è di non riuscire ad articolare - non dico unificare, sarebbe tremendo: no, piuttosto legare nella loro diversità - esperienze e soggettività politiche diverse.

In Francia la protesta è stata dirompente. È servita a qualcosa?
Abbiamo fatto quasi un intero semestre di sciopero universitario, ma l'incapacità che abbiamo avuto di costruire comune a partire dalle varie componenti del movimento - studentesco, dei ricercatori precari e non, degli agenti amministrativi e tecnici, della sanità e degli ospedali, degli intermittenti, dei migranti con o senza papiers - ha pesato enormemente. Abbiamo perso. Ha perso il corporativismo che ancora esiste nel movimento, e che blocca il riconoscimento della dimensione comune delle lotte: lotte biopolitiche, lotte per una vita socialmente e politicamente qualificata, lotte per riprenderci quello che è nostro, lotte per reinventare istituzioni all'altezza di questo comune, vale a dire una democrazia assoluta.

Artiticoli da Il Manifesto


giovedì 3 settembre 2009

I video:

Global Beach non si fa intimidire-Mostra del cinema->
http://www.youtube.com/watch?v=W_afN4UY3rE

Global Beach: la polizia carica studenti e precari della cultura alla mostra del cinema->
http://www.youtube.com/watch?v=asa5dD74kzM