mercoledì 2 settembre 2009

Global Beach: la polizia carica studenti e precari della cultura alla mostra del cinema.

Global Beach: la polizia carica studenti e precari della cultura alla mostra del cinema.



Era dagli anni Sessanta che non assistevamo a cariche della polizia alla Mostra de Cinema di Venezia. Questo edificante spettacolo ci è stato riproposto oggi, quando un gruppo di precari e attivisti di Global Beach ha tentato di entrare all'Hotel Des Bains, uno dei luoghi simbolici della Mostra e del Lido stesso, per tenere una conferenza stampa.

Ieri, Global Beach aveva aperto con una partecipa assemblea che riuniva diverse esperienze di lotta del precariato culturale, dello spettacolo e gli studenti dell'Onda.

E' nel contesto di una Mostra del cinema militarizzata come non mai (nemmeno dopo l'11settembre), che il ministro Bondi e gli esponenti del governo sfilano al costo di far manganellare i precari della cultura, quelli stessi che garantiscono l'apertura della Biennale e che sono strozzati nel meccanismo delle agenzie interinali.

Un governo che ai tagli sulla cultura e sull'università, associa oggi, in un momento in cui lotte e vertenze si moltiplicano, la violenza della polizia che oggi ha colpito al Lido. Chiaro segnale a quei conflitti sociali che caratterizzano che .

Le cariche sono state violente, non certo volte a disperdere, ma a fare male. Ai molti contusi si aggiungono uno studente con tagli alla testa e una giovane ragazza con una ferita aperta alla spalla.

Nonostante ciò, un gruppo di attivisti di Global Beach e di attori e precari dello spettacolo del Movem, è riuscito a portare la nostra voce fin sul Red Carpet, disturbando e contestando i rappresentanti del governo.

La gravità dell'accaduto è tutta in un dato, alle richieste di un reddito dignitoso e continuativo dei precari della cultura e dello spettacolo si risponde con la violenza della polizia.

Global Beach non si fa intimidire e continuerà con il suo programma culturale, con il suo spirito di proposta e come lo spazio dei precari che, evidentemente, fanno tanta paura a chi ci governa.

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